Edizione 2011

Cos'è un calembour?

Per una strada che mena a Camogli

Opere finaliste del concorso

 

Per una strada che mena a Camogli...
di Barbara Schiaffino



Giocare con le parole. Giocare con le immagini. Giocare con immagini e parole insieme per dar vita a nuove immagini e pensieri. E' la sfida che abbiamo lanciato in questo inedito torneo di giochi che è la terza edizione del Premio Skiaffino, gioco e sfida anch'esso di definire l'indefinibile, di afferrare l'inafferrabile. Una rassegna - ci siamo detti con Ferruccio Giromini nel momento di concepirla - che trova la sua cifra cogliendo l'essenza profusa da Gualtiero Schiaffino nel suo agire in mille mondi. Facile a dirsi…
Per quella strada che porta a Camogli è iniziato così un percorso a tappe che mira a dipanare il filo del pensiero laterale e che al suo esordio ha indagato i rapporti tra satira e politica ("Centro, destra, sinistra, altre direzioni", 2008), per proseguire con alcune considerazioni su comunicazione, società e impegno civile ("Contributi per una cultura dal volto più umano", 2009) e giungere nel 2011 con "M'immagino d'immenso", ad una riflessione su realtà e immaginazione.
Compagni di strada, vecchi e nuovi amici. Dalle istituzioni, Provincia di Genova e Città di Camogli, che ogni anno sentiamo sempre più vicine e che trovano così una nuova occasione di progettare insieme a Gualtiero Schiaffino, come un tempo; alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti che si è lasciata contagiare dalla proposta con grande partecipazione.
Compagni di gioco, anche qui, amici vecchi e nuovi, presenti e lontani, uniti nel ricordo e dal gusto per una leggerezza che trova i modi di scavare nelle profondità della coscienza. Con l'umorismo brillante di Giorgio Cavallo e la poesia gentile di Sergio Fedriani. Con la sintesi fulminante di Massimo Bucchi e lo sguardo non conforme di Massimiliano Tappari. O con le fantasiose intuizioni dei giovani studenti delle scuole italiane di grafica e illustrazione che hanno partecipato con entusiasmo alla prima edizione del concorso (finalmente non ci si interrogherà più sul perché l'iniziativa si intitola “Premio Skiaffino”…).
E per aiutarci a dipanare quel filo e provare ad afferrare l'inafferrabile, alcuni complici illustri: Stefano Bartezzaghi, Marco Dallari, Walter Fochesato, Pier Paolo Rinaldi e Anselmo Roveda che hanno prestato parole, pensieri e specifiche competenze nei preziosi interventi introduttivi.
E' anche grazie a tutti loro che la parola “calembour” diventerà per alcuni meno oscura, senza però perdere in fascino e mistero. Come quando da bambina la ascoltavo dalla voce di un papà, giocoliere di prestigio, che amava scherzare in ogni occasione con immagini e parole.
(Barbara Schiaffino, in "M'immagino d'immenso. Calembour di immagini e parole" - Premio Skiaffino 2011)

 
foto di Guido Risicato